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Politecnico di Bari, il coraggio di ridefinire la propria missione

Anche un piccolo Ateneo del Sud può diventare un attore nazionale e internazionale. L’incremento dei nuovi iscritti è il più rilevante tra i tre politecnici italiani. Immatricolazioni record, +54% in 10 anni. Tasso di occupazione post-laurea, 91%. Finanziamenti statali, +35%

22 settembre 2025

Un giovane ateneo con grandi ambizioni: è il Politecnico di Bari, che negli ultimi 10 anni si è rivelato il più performante tra i tre politecnici italiani per incremento delle immatricolazioni, con una crescita del +54% tra l’Anno Accademico 2014/15 (1.384 iscritti) e il 2024/25 (2.134 iscritti), mentre sono rimasti sostanzialmente stabili il Politecnico di Milano (+0,7% nello stesso lasso di tempo, da 7.265 a 7.771) e il Politecnico di Torino (-0,05%, da 5.399 iscritti nel 2014/15 a 5.132 nel 2023/24) come certificato dai dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti sulle prime immatricolazioni.

Il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino

«Ancora più significativo è il fatto che questo risultato sia maturato in un contesto di calo demografico – commenta Francesco Cupertino, Rettore del Politecnico di Bari –. Nello stesso periodo, il numero di diciottenni residenti in Puglia si è ridotto del 10%, come rilevato dall’Istat, e in tutte le regioni meridionali le università perdevano complessivamente ben oltre il 10% degli immatricolati, come segnalato dai dati Anvur. Il Politecnico ha dunque non solo invertito una tendenza negativa, ma lo ha fatto affermandosi come punto di riferimento attrattivo per i giovani del territorio».

Questi numeri, insieme a numerose schede di approfondimento, sono raccolti nel Bilancio di mandato (2019/2025) che Cupertino, Rettore uscente, ha voluto consegnare a una pubblicazione presentata oggi, prima di passare il testimone al nuovo Rettore Umberto Fratino, che entrerà in carica il prossimo 1° ottobre. “Si può fare” il titolo scelto per il resoconto di mandato, che stila il bilancio di un profondo lavoro di “un giovane Ateneo con grandi ambizioni: da risorsa per il territorio a punto di riferimento nazionale ed internazionale” come recita il sottotitolo.

Fondato nel 1990, il Poliba è il più “giovane” tra i tre politecnici italiani e l’unico collocato nel Mezzogiorno. Oltre agli ottimi dati sulle immatricolazioni, l’Ateneo pugliese conferma un trend ascendente anche per quanto riguarda il tasso di occupazione dei laureati magistrali a un anno dalla laurea: questo dato è cresciuto del +23,6% (dal 67,4% nel 2014 al 91% nel 2024), riducendo sensibilmente il divario con i politecnici del Nord. Nello stesso periodo, infatti, il Polimi ha segnato +4,6% (dal 91,5% al 96,1%) e il Polito +7,8% (dall’84,7% al 92,5%).

Un altro dato significativo è quello relativo ai finanziamenti statali. I trasferimenti del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) erogato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) verso il Poliba sono cresciuti del +6% tra il 2024 e il 2025, passando da 50,4 a 53,4 milioni di euro in un anno: sono solo 8 gli atenei statali, su 68, ad aver ottenuto un incremento del 6% dei fondi, il massimo consentito. Nel 2019 il finanziamento del FFO al Politecnico di Bari ammontava a 39,7 milioni di euro: la crescita in sei anni è stata dunque pari al +35%, un risultato con pochi pari tra le università medio-piccole, un riconoscimento della qualità dell’azione del Politecnico di Bari negli ambiti della didattica, della ricerca e della Terza Missione.

Anche le rilevazioni fornite da Almalaurea confermano il gradimento da parte di studenti e studentesse del Politecnico di Bari: la valutazione di adeguatezza degli spazi riservati allo studio individuale è cresciuta in questi anni del +38,9%, passando dal 30% nel 2019 al 68,9% nel 2024. In aumento anche la soddisfazione rispetto ai servizi di orientamento allo studio post-laurea (+5,4%, dal 60,6% al 66%) e rispetto ai servizi di sostegno alla ricerca del lavoro (+6,9%, dal 62,8% al 69,7%).

«Non si tratta solo di dati – dice Cupertino – ma della prova che anche un piccolo Ateneo del Sud può diventare un attore nazionale e internazionale, se ha il coraggio di ridefinire la propria missione, di sperimentare nuove forme di trasferimento delle conoscenze, di investire nel capitale umano con una visione di lungo periodo».

Il bilancio di mandato. In circa 100 pagine, il report è suddiviso in tre macro-capitoli: “Vivere il Politecnico”, “Visione per il territorio” e “Rilevanza nazionale e internazionale”. Tra i risultati raggiunti nel sessennio si citano il rinnovamento del campus di Bari, con la riqualificazione di 17.700 metri quadri tra cui il rifacimento dell’Aula Magna, delle grandi aule, l’inaugurazione del Nuovo Rettorato e dei laboratori OPLA che integrano ricerca, didattica e spazi per le associazioni. Sono state poste le basi per il grande Parco dell’Innovazione all’ex Caserma Magrone, ambizioso progetto di rigenerazione urbana che interessa 100 mila metri quadri di superficie, che nel luglio 2025 l’Ateneo ha ufficialmente acquisito al proprio patrimonio.

Il bilancio di mandato 2019/2025

Lo sviluppo ha coinvolto anche la sede di Taranto del Poliba, dove ad esempio si è insediato il progetto P-Tech (Pathways in Technology Early College High School), promosso da IBM, che il Politecnico di Bari ha attivato per la prima volta in Italia: un percorso didattico che mira a offrire agli studenti e alle studentesse del territorio – in particolare in contesti vulnerabili – un’opportunità concreta di accesso diretto all’università e al lavoro qualificato, e che quest’anno ha visto i primi due studenti raggiungere la laurea al Poliba.

Sul fronte del rapporto con le imprese, sono stati attivati 16 Laboratori Pubblico-Privato a partire dal 2010, che generano ogni anno 3 milioni di euro di investimenti privati, e si sta realizzando a Corato (Bari) il nuovo Agrifood HUB, centro di ricerca, sviluppo e alta formazione nel settore agroalimentare. BINP – Boosting Innovation in Poliba, nato nel 2022 come primo incubatore universitario certificato in Puglia, ha supportato 30 team imprenditoriali catalizzando oltre 4 milioni di euro di investimenti.

A testimonianza di una capacità di leadership a livello nazionale, il Poliba è capofila di NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition, uno dei 14 grandi progetti di partenariato esteso selezionati dal MUR e finanziati nell’ambito del PNRR per un valore di 118 milioni di euro. Profondo il lavoro anche sul fronte del posizionamento dell’Ateneo pugliese come punto di riferimento per il bacino del Mediterraneo, testimoniato dall’attivazione, con l’anno accademico 2025/2026, del primo Corso di Laurea triennale in Architecture Sciences for Heritage, frutto di un programma congiunto tra l’Ateneo e l’Università Ismail Qemali di Valona. Il bilancio di mandato completo è sul sito www.poliba.it.

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